Recentemente mi è capitato di rileggere l’albo n. 82, Lontano dalla luce, del nostro caro Dylan Dog. La storia più o meno racconta di sparizioni e altri intrighi del nostro sempre giovane e introverso indagatore dell’incubo, nella quale sono coinvolte creature disumane che vivono all’interno una grotta. Inizia tutto con la scoperta di un’epigrafe incisa in questo luogo: “Lontano dalla luce è l’ineffabile splendore…”. Gli shoegazer hanno tutti qualcosa in comune proveniente anche da mondi lontani. Guardandosi dentro, rovistano nella grotta buia della propria anima per poi trovare un’espressione di suoni ineffabili, splendidi, di grande intensità emotiva. Adoro questo senso sovrannaturale, questa immagine di gente non comune che proviene da diverse realtà, storie diverse ma con una forza spirituale comune.
May Eyes Love, Letters to a dead friend
I capitoli della vita si serrano, ma altri possono spalancarsi. È successo agli ex componenti dei You, Nothing, oggi May Eyes Love, ovvero alla chitarra Federico Costanzi, al basso Giulia Cinquetti e alla batteria Nicola Poiana, di nuovo insieme ma con una nuova voce e chitarra, quelle di Silvia Lovicar. Una novità per ricominciare a spalancare suoni con vitale energia. L’EP si chiama Letters to a dead friend, si compone da tre pezzi pieni di sogni e speranze ripetuti come una lettera agli assenti, con chitarre corali riverberate, supplichevoli pensieri di delay e graffianti grida di distorsioni. Our long goodbye è stato il primo singolo, titolo ispirato all’albo n. 74 di Dylan Dog, malinconico ma energico, con pause riflessive che in musica funzionano sempre. Broken lily ci fa apprezzare la nuova linea vocale che qui ricorda piacevolmente quella della santissima vocalist Liz Fraser dei Cocteau Twins. In attesa dell’album direi che questa nuova formula funziona come la coda infiammata di una Fenice nell’oscurità.
Tucci, My Cave
My Cave è un EP nero, una caverna di roccia lavica creata dal compositore indietronico Tucci da Catania. Durante i mesi di isolamento vissuti in pandemia Tucci si è dedicato alla sua trasformazione personale da intimo musicista influenzato da ascolti shoegaze, post punk, wave e synth pop, come Salvia Palth, Bedroom, Jonathan Bree, DIIV, Baxter Dury e She Past Away, a generatore di un primo lavoro borderline fatto di un intrigante horror dark wave con spirito shoegazer, alla quale ha tra l’altro partecipato con inserti di chitarra il concittadino Mario Lo Faro dei Clustersun. Tucci suona divertito, ci coinvolge in questo buio psichedelico, guidati anche da un’attenta ed efficace parte ritmica su basi da lui composte con fluorescenze sintetiche e utilizza pure due voci, quella del suo basso e una linea vocale sussurrata e cattivella. Quattro brani di grande personalità, pronti a tirar fuori dal buio della sua anima mostri da paura.
Death of Heather, Forever
E poi ci sono i Death of Heather, da lontanissimo, una band thailandese di membri dream nu gaze. Nata nel 2017 con Tay, voce e chitarra, Nine, chitarra, Thong, basso e Non, batteria, negli anni la band ha pubblicato diversi singoli, goccia dopo goccia, presentano un album di circa mezz’ora ma dal titolo Forever in cui sono inclusi due brani remixati dai britannici Bdrmm con un risultato elettronico e dance oriented. L’album si apre con la traccia che dà il nome all’album, un grande assolo di chitarra si sfoga irraggiungibile insieme a un cantato disperso. Anche i Death of Heather hanno avuto dolore e perdite, l’emotività la rilasciano in musica e riescono a colmare tutti i vuoti con suoni che arrivano da lontano. Cos’è per sempre? La musica, sicuramente.
