Ali Genevich e Jake Brooks sono due ragazzi americani come tanti: crescono a Saratoga Springs, tranquilla città termale di circa venticinquemila abitanti nello stato di New York, e si incontrano nell’orchestra del liceo suonando rispettivamente violino e contrabbasso. Oltre ad essere coppia nella vita, Ali e Jake lo sono anche artisticamente, collaborando in vari progetti a partire dal 2015, ma è solo cinque anni dopo che il duro lavoro di composizione, scrittura e mixaggio si concretizza in qualcosa di rimarchevole. What happens after è stato il nostro album preferito di tutto il 2020, un anno che – per ovvi motivi – ricordiamo e ricorderemo tutti come apocalittico e catastrofico.
Un’aria ancora più pesante
Se possibile, le cose in seguito per i Laveda sarebbero ancora peggiorate, tra l’impossibilità di promuovere l’album live causa pandemia, la scomparsa della madre di Jake e una situazione di depressione generale mitigata (si fa per dire) da un forte consumo di alcolici. Non c’è quindi da stupirsi che nel sophomore dei Laveda, uscito nell’aprile di quest’anno, si respiri un’aria ancor più pesante, «come una capsula del tempo nella mia memoria. Il 2020 e il 2021 li abbiamo vissuti come se l’età adulta fosse uscita improvvisamente da una grotta e avesse cominciato a riempirci la mente di ansie continue», ha dichiarato a tal proposito Ali. A place you grew up in è riferito al sentimento comune di amore/odio che si prova verso il luogo in cui si è nati, una lotta interna priva di equilibrio che porta di continuo a pensare «è giusto stare qua? Farei meglio ad andarmene?».
Disillusione e sfiducia
Come detto, anche il secondo lavoro dei Laveda è permeato di disillusione e sfiducia verso il futuro («Being alive is just getting old, I’m not surprised that I’m not sober»), e allo stesso tempo non lesina passaggi ricolmi di vita e amore («Cut the sleeves off your shirt just like mine, I still think you’re one of a kind»). Il brano maggiormente trascinante e simbolo dell’album è Troy creeps (scritto da Ali e ispirato dai discorsi e dalle urla degli strambi che transitavano nella strada sotto al suo appartamento), dove il drumming di Joe Taurone e il basso di Dan Carr, gli altri 2/4 di Laveda, la fanno da padroni. Ali e Jake hanno recentemente abbandonato quel luogo in cui “grew up in”, trasferendosi nel quartiere di Ridgewood (Queens) a New York, e chissà che il terzo album dei Laveda non ci parli proprio delle nuove esperienze e delle nuove paranoie che i nostri vivranno nella Grande Mela.
