Lunedì shoegaze. Come due o tre Lonely Planet

Marina Yozora

Nella settimana in cui in Italia esiste un solo argomento di discussione, Sanremo, il tuo amichevole Shoegaze Blog di quartiere ti porta ad allargare i tuoi orizzonti e ti porta a fare il giro dei continenti, alla scoperta di canzoni che, molto probabilmente, entreranno nei tuoi ascolti delle prossime settimane. Premi play.

Radio Pyonyang, Lux dei

Di Radio Pyongyang so soltanto che viene dall’Italia, per il resto non ho informazioni se non una sorta di comunicato stampa in coreano che l’intelligenza artificiale ha tradotto così: «Fanculo ai media. Dannati giornalisti. Fanculo agli addetti stampa. Fanculo alla promozione. Fanculo, idioti. Ascoltare la musica. Pensare all’arte. Comprendere a fondo il concetto», con una chiusura che secondo ChatGpt va tradotta come sperma. E, per finire, un’altra frase con varie interpretazioni, Tutta propaganda esterna; Solo fumo negli occhi o Tutta una mossa pubblicitaria. Radio Pyongyang, insomma, ha una buona parola per tutti. Sia come sia, ecco che cosa penso di questo brano, che fa parte del disco Cobret: 이 곡은 매우 흥미로운 구조를 가지고 있다. 로파이(lo-fi) 프로덕션이 슈게이즈(shoegaze)적인 분위기와 칠웨이브(chillwave) 특유의 댄서블한 요소를 자연스럽게 섞어 놓았다. 마치 Jefre Cantu-Ledesma, Trentemøller, Washed Out의 중간 어딘가에 있는 느낌이다. 곡 자체는 정말 아름답지만, 아쉽게도 마지막이 문제다. 마치 **이명(耳鳴, tinnitus)**이 울리는 듯한 노이즈 사운드로 마무리되는데, 이게 곡이 가진 몽환적이고 감성적인 분위기를 완전히 깨트려 버린다. 게다가 나는 실제로 이명을 앓고 있어서 결국 볼륨을 낮출 수밖에 없었다. 꿈꾸게 해줘, 제발. 소음은 이미 밀라노의 교통체증이 충분히 맡고 있으니까. 어쨌든, 매력적인 싱글이다.

Darko’s Aufhebung, Euler fucked my life

Dalla Francia, i Darko’s Aufhebung dichiarano senza mezzi termini il loro amore per «delay e riverbero»: già un ottimo inizio. Ma Euler fucked my life è molto più di un esercizio di stile: è il suono di un algoritmo in tilt che oscilla tra controtempo d’impatto e indie rock giusto in tutto, un cortocircuito tra i Radio Dept. di Where damage isn’t already done e la malinconia a combustione rapida dei Julie, con un riflesso sbiadito dei Lemonheads a farsi strada tra le distorsioni. Il singolo anticipa Loud attempts for the relieving of death, un album che già dal titolo sembra promettere un rito collettivo di frastuono e redenzione. E allora alziamo il volume e vediamo quanto ci mettiamo a dissolverci in questo baccano, felici come chi ha trovato conforto nel rumore migliore.

Marina Yozora, Daffodils

Io, in quarantatré anni di vita, ho vissuto a malapena tra Palermo e Milano. Il che peraltro mi basta per atteggiarmi a elegante flâneur cosmopolita che conosce le leggi del mondo e te ne farà dono. Poi leggo la biografia di Marina Yozora e ridimensiono le mie ambizioni: nata a Tokyo, cresciuta tra Houston e Ho Chi Minh, oggi di base a Londra. Un’esistenza che potrebbe riempire tre o quattro Lonely Planet. La cantautrice ha pubblicato Daffodils, un singolo dream pop sfumato ed evocativo, come quei paesaggi vietnamiti che spalancano il cielo e ti costringono a guardare più lontano. Un brano dal fascino diy: un giro di accordi dilatato nel riverbero, ritmi elettronici dal tocco artigianale, una voce morbida e sognante. Essenziale, ipnotico, perfetto così.