Come ogni mese, si aggiorna l’imperdibile e bellissima playlist Spotify Shoegaze 2024 (anche su Apple Music) curata dal vostro amichevole Shoegaze Blog di quartiere. Settantuno canzoni stupende, quattro ore e mezza che sembrano quattro minuti e mezzo talmente scorrono via veloci e appassionanti: tutto ciò che devi fare è salvare la playlist nella tua libreria, condividere, ascoltare a volumi altissimi o bassissimi (niente vie di mezzo), fissare il soffitto (o le nuvole, o la luna, o l’universo) e lasciare che le emozioni facciano il resto. Tra le novità, i Miners (copertina), Tanukichan, Magic Shoppe, Casino Hearts, The Backlash, Ultrasaturated, Delfíni v Brnění, Kyrie Halo. Solita raccomandazione: non è una classifica. Premi play.
- Miners, Why can’t I. Pianissimo e fortissimo; Nirvana; un futuro radioso per il pianeta terra.
- Tanukichan & Wisp, It gets easier. L’amore sopravvive finché non si spezza; voci fantasmatiche; lo sai, lo sai, lo sai.
- Magic Shoppe, Whore. Parental control; The Raveonettes e un po’ di altra musica storta; riff aggressivi.
- Deary, Selene. Dream pop ultraclassico; melodie nostalgiche; tornare da te.
- Cigarettes For Breakfast; Solitaire. Shoegaze in versione gen z; dimenticare i problemi; la solitudine fra noi.
- Foreverboymush, Saint Abel, Moskova Div, Chiaroscuro. Zoomergaze; sceglietevi un nome da band; Shields Blender.
- Cigarettes For Breakfast; Solitaire. Shoegaze in versione gen z; dimenticare i problemi; la solitudine fra noi.
- Novanta, Rena. Autopromozione; riverbero a dismisura; lo senti il vento?
- Phantom Handshakes, Good intentions. Lontani da chiunque; luci accecanti in direzione opposta; le buone intenzioni.
- DIIV, In amber. Come scomparire definitivamente; lo shoegaze è il nuovo grunge; diventare persone migliori.
- Fir Cone Children, You are my animal. Beach Boys meet Wavves; falsetti estivi; noise pop come dio comanda.
- Casino Hearts, In & out of time. Ferite ancora aperte; parole taciute per troppo tempo; Bowery Electric.
- Colatura, Suffer dude. Soffrire bene; dipendenza dalla pioggia; l’estate sta finendo.
- Julie, Claibourne practice. You made me realise; fortissimo e velocissimo; finale un po’ così.
- Sara Devoe, Sleep with me. A forest dei Cure; potenziometro del riverbero tutto a destra; tornerà un altro inverno.
- The Backlash, As real… Meglio della reunion degli Oasis; a scuola di psichedelia; senti come pesta la batteria.
- Ultrasaturated, Luna. Tutt’altro che ultrasaturi; Diiv prima maniera; spunta la luna dal monte.
- Opinion, Missing something that never happened. Festa in casa senza i genitori; falsetti rock’n’roll; distorsioni al massimo.
- Brina, Nel buio. Vibrato; canticchiare sottovoce in mezzo al casino; emo-tività.
- Brina, Nel buio. Vibrato; canticchiare sottovoce in mezzo al casino; emo-tività.
- Virgins, s l o w l y, l o n g. Titoli scomodi da scrivere; c’è chi canta davvero; riverberi a cascata.
- Highland Eyeway, Starling. Un sacco di riverbero; un crescendo che ci gasa; voci lontanissime.
- Delfíni v Brnění, Nedovolená. Shoegaze liceale pensato per tutte le età; ai miei tempi mica si suonava così; chitarre a cascata.
- Korder, Falling awake. Balliamo un lento a Twin Peaks; sogni; Beach House introversi.
- Can D, Do I terrify. Sylvia Plath; lo vuoi un palloncino; shoegaze do it yourself.
- Mariuk, Thieves. Partire con nulla in mano se non i propri sogni; finché la barca va; mai arrendersi.
- Honeyboi, Here. Deve esserci qualcosa per farti stare bene; musica come unica via di salvezza; mai soli.
- Saint Mary Candy, SinKing. Dream pop da manuale; voce del verbo peccare; chitarre squillanti.
- Janna Jamison, Missing u. Commedia statunitense in cui ti manca qualcuno terribilmente; canticchiare in cameretta; fare baccano con la chitarra.
- Maquillage, Phones. Non avrai altro dio al di fuori del fuzz; vuoti e pieni; riverbero.
- Cruush, As she grows. Abbasso il quattro quarti; frenesia; dream pop ben corazzato.
- swan•seas, Fuzzy feeling. Maledetto pallino nero; anni Novanta in USA e UK; Jaguar e Jazzmaster vintage.
- Bloody Knives, Deeper. Pogare selvaggiamente con vestiti glitterati; tastiere che sembrano chitarre e viceversa; alta velocità.
- Softcult, One of the pack. Essere gentili in un mondo di merda; puoi contare su di me; ritornello killer.
- New Age Healers, The spin out. Riffone ok; psichedelia impastata gaze; Seattle underground.
- Lozenge, Interloper. My Vitriol; sotto il palco c’è il pandemonio; amplificatori valvolari.
- Magazine Beach, Turnaround. Ancora chitarroni; voci in stile folk anni Settanta; punk emozionale.
- Kyrie Halo, I’m not sure. Fuzzy-noisy-digital gaze; prima c’è il synth folle; poi arriva la schitarrata decisa.
- Il Ragazzo Del Novantanove, Domenica. Momenti molto difficili; fuori nevica; empatia.
- Cusp, Your freedom. Ritmi elaborati; vago risentimento; cambi di registro.
- Whitelands (feat. Deary), Tell me about it. Band del momento; Just for a day; quattro del mattino.
- Ultranøia, Astratta. Pogare malinconicamente; Drop Nineteens; tutt’altro che noia.
- Laavu, Never. One two three four; chitarroni; ritornelli a pieni polmoni.
- Riley’s Mountain, Weaving. Sempre chitarroni; voce fantasmatica; nebbia avvolge parco.
- NewDad, In my head. Arpeggi; frasi da dire per chiudere una storia; festa del papà.
- Grigio Scarlatto, Guacamole. Parapappapà; dipendenze; vent’anni per sempre.
- Wallace Welsh, Stargazing. Delay; shoegaze a bassa fedeltà; cameretta forever.
- Holding Hour, Come undone. Dimmi qualcosa di dolce; passo lento ed emozioni veloci; nostalgia anni Novanta.
- Kodaclips, Viola. Accelerazioni emo; giocare insieme su quella spiaggia; festa goth in cui accade di tutto.
- Draag, Orb weaver. Immagini oniriche; chitarre ma non chitarroni; svegliarmi accanto a te.
- A Day In Venice, Stillness. Musica che ti prende sul serio; una gara in cui tutti vincono; emozioni oltre il livello di guardia.
- So Totally, Doz roses. Inviare una dozzina di rose; cambi di tempo; cantare sussurrando in mezzo al casino delle chitarre.
- Haermape, Mimic. Dreamy dream pop; musica da un’altra dimensione; all’improvviso il rumorismo dolce.
- Pinhdar, Cold river. La vita non fa sconti; martellate post punk; atmosfere claustrofobiche.
- Love While Hating, Soft punches. Chitarrine e chitarrone; introversione; alza il volume.
- Clowder, Window seat. Lato finestrino il posto più ambito; ancora grunge introverso; stop and go.
- Platonik Dive, Faro. Colonne sonore mentali; musica strumentale; contaminazioni.
- Twin Coast, How we can’t. Rumore fatto bene; shoegaze contundente; voce incomprensibile.
- Somesurprises, Black field. Chi ha detto riverbero?; allontanarsi dal mondo reale; dreamy dream pop.
- Air Formation, I don’t want to talk. Shoegaze prima di te; chitarre post rock; poca voglia di parlare.
- Glitterspitter, Harley. Pop d’alta classifica in un’universo parallelo (e migliore); basso saltellante; le chitarre ci sono.
- I’m The Villain, Dream in shades of blue. Synth pop; gran ballo del liceo nei film anni Ottanta; blu.
- Astronomies, After I fall asleep. La voce c’è; per favore non svegliarmi; pianissimo e fortissimo.
- Moonpools, Say anything. Alvvays; piangere tutto il tempo su melodie allegre; tastierona epica.
- Svalblue, Amelia. Chitarre che fanno oOoOoOo; bella botta; zero compromessi.
- Blushing, Silver teeth. Smashing Pumpkins; alza il volume; musica aggressiva + voci gentili.
- Fyouneral, Flower boy. Notte fonda; notte insonne; Ruby Haunt.
- Soft Blue Shimmer, Canti. Non è in italiano; duetti; indie rock fatto bene.
- Adorer, Unkind. Pixies; sentirsi scortesi; accelerazione post punk che cambia le carte in tavola.
- Luster, Like I do. Shoegaze a bassa fedeltà e ad alta intensità; My Bloody Valentine altezza M B V; still in a dream.
- Wisp, Pandora. Auricolari dell’iPhone; notifiche di TikTok; Nothing.
