Il vostro amichevole Shoegaze Blog di quartiere ha preparato una nuova playlist (che sarà aggiornata con una certa regolarità) con i brani shoegaze più interessanti del 2024. Premi play e segui il flusso: hai due ore e mezza di roba di altissima qualità. In copertina Opinion. (Attenzione: non è una classifica)
- Opinion, Missing something that never happened. Festa in casa senza i genitori; falsetti rock’n’roll; distorsioni al massimo.
- Brina, Nel buio. Vibrato (non vibratore); canticchiare sottovoce in mezzo al casino; emo-tività.
- Glitterspitter, Harley. Pop d’alta classifica in un’universo parallelo (e migliore); basso saltellante; le chitarre ci sono.
- Softcult, One of the pack. Essere gentili in un mondo di merda; puoi contare su di me; ritornello killer.
- Ultranøia, Astratta. Pogare malinconicamente; Drop Nineteens; tutt’altro che noia.
- Moonpools, Say anything. Alvvays; piangere tutto il tempo su melodie allegre; tastierona epica.
- Virgins, s l o w l y, l o n g. Titoli scomodi da scrivere; c’è chi canta davvero; riverberi a cascata.
- Svalblue, Amelia. Chitarre che fanno oOoOoOo; bella botta; zero compromessi.
- Il Ragazzo Del Novantanove, Domenica. Momenti molto difficili; fuori nevica; empatia.
- Foreverboymush, Saint Abel, Moskova Div, Chiaroscuro. Zoomergaze; sceglietevi un nome da band; Shields Blender.
- Cruush, As she grows. Abbasso il quattro quarti; frenesia; dream pop ben corazzato.
- Blushing, Silver teeth. Smashing Pumpkins; alza il volume; musica aggressiva + voci gentili.
- Maquillage, Phones. Non avrai altro dio al di fuori del fuzz; vuoti e pieni; riverbero.
- Fyouneral, Flower boy. Notte fonda; notte insonne; Ruby Haunt.
- Mo Bedick, Cemetery caretaker. Moby Dick; impennata shoegaze; pensare a ciò che ancora non è avvenuto.
- Whitelands, Tell me about it. Band del momento; Just for a day; quattro del mattino.
- Soft Blue Shimmer, Canti. Non è in italiano; duetti; indie rock fatto bene.
- Korder, Falling awake. Balliamo un lento a Twin Peaks; sogni; Beach House introversi.
- swan•seas, Fuzzy feeling. Maledetto pallino nero; anni Novanta in USA e UK; Jaguar e Jazzmaster vintage.
- Can D, Do I terrify. Sylvia Plath; lo vuoi un palloncino; shoegaze do it yourself.
- NewDad, In my head. Arpeggi; frasi da dire per chiudere una storia; festa del papà.
- I’m The Villain, Dream in shades of blue. Synth pop; gran ballo del liceo nei film anni Ottanta; blu.
- Air Formation, I don’t want to talk. Shoegaze prima di te; chitarre post rock; poca voglia di parlare.
- The Fauns, Clear. Suoni avvolgenti; epicità; M83.
- Laavu, Never. One two three four; chitarroni; ritornelli a pieni polmoni.
- New Age Healers, The spin out. Riffone ok; psichedelia impastata gaze; Seattle underground.
- Magazine Beach, Turnaround. Ancora chitarroni; voci in stile folk anni Settanta; punk emozionale.
- Riley’s Mountain, Weaving. Sempre chitarroni; voce fantasmatica; nebbia avvolge parco.
- Grigio Scarlatto, Guacamole. Parapappapà; dipendenze; vent’anni per sempre.
- Somesurprises, Black field. Chi ha detto riverbero?; allontanarsi dal mondo reale; dreamy dream pop.
- Astronomies, After I fall asleep. La voce c’è; per favore non svegliarmi; pianissimo e fortissimo.
- Cusp, Your freedom. Ritmi elaborati; vago risentimento; cambi di registro.
- Draag, Orb weaver. Immagini oniriche; chitarre ma non chitarroni; svegliarmi accanto a te.
- Twin Coast, How we can’t. Rumore fatto bene; shoegaze contundente; voce incomprensibile.
- Krøvi, Love. Niente batteria; crescendo distorto; feedback livello acufene.
- Lozenge, Interloper. My Vitriol; sotto il palco c’è il pandemonio; amplificatori valvolari.
- Pinhdar, Cold river. La vita non fa sconti; martellate post punk; atmosfere claustrofobiche.
- Wisp, Pandora. Auricolari dell’iPhone; notifiche di TikTok; Nothing.
- Wallace Welsh, Stargazing. Delay; shoegaze a bassa fedeltà; cameretta forever.
