Lunedì shoegaze. Il futuro promette bene

Glitterspitter

Da quando nei meandri di internet si è iniziato a parlare di zoomergaze, improvvisamente mi sono sentito come un vecchio arnese pre-cambiamento climatico, quelli che ormai non sono più compatibili con l’attuale modernità tecnologica e che sono stati costruiti in un modo tale che possono essere smaltiti solo nell’indifferenziato: inutili persino nel riciclo. Chiaro, alla fine è solo un modo diverso per raccontare la stessa musica di cui si occupa Shoegaze Blog, ma sembra che ci sia uno slittamento in atto ed è complicato capire se si tratta di rivoluzione, involuzione o solita sbobba. La cosa positiva è che lo shoegaze sta diventando la musica di chi ha vent’anni: il futuro promette bene.

Animal Ghosts, Swell

Lo statunitense Animal Ghosts continua con la formula di sempre: fare un gran fracasso dal cuore grande così. Ci sono dunque i chitarroni, la vocalità impalpabile, il frastuono armonico dall’enorme impatto emotivo: tutto è come ci si aspetta. La batteria svelta e le chitarre stratificate di Wonder rimandano un po’ – anche per via del titolo – a Wonder 2 dei My Bloody Valentine, ma con un mastering più aggressivo. Swell ha un incedere che alterna una morbidezza dub vagamente Slowdive a una esplosione rock potente. Spells ha un arrangiamento leggermente più aperto, benché poi caschi nel classico gorgo distorto. In generale il disco è un buon fan service che conferma i pregi dell’autore, il quale a sua volta sembra rivendicare i propri limiti autoimposti, nello specifico un suono monolitico e immutabile: con Animal Ghosts è un prendere o lasciare, e molti prenderanno.

Glitterspitter, Poured back into heaven

Da Philadelphia, i Glitterspitter tirano fuori un album che ha le caratteristiche per diventare un classico nella piccola cerchia dream del 2024: c’è scrittura, talento, visione e raffinatezza in questi sette brani. Il suono di Poured back into heaven taglia in obliquo il suo pubblico potenziale, che sulla carta è sia quello shoegaze che punta a scovare meraviglie nelle retrovie, sia quello indie chic che ama piazzarsi in prima fila ai Grammy. Difficile dire dove potranno arrivare, ma il tuo amichevole Shoegaze Blog di quartiere ti suggerisce di tenerli d’occhio.