Mentre i primi segnali del nuovo, drammatico corso di Pitchfork cominciano a farsi vedere (il numero di recensioni giornaliere è diminuito), il vostro amichevole Shoegaze Blog di quartiere si sta interrogando sul proprio futuro. Si deve cambiare formula? Si deve cambiare medium? Si deve cambiare periodicità? (Ehm, quale periodicità?). Nel frattempo, continuiamo a fare quello che ci piace di più: diamo spazio solo alla bella musica. Anzi bellissima. Premi play.
His Electro Blue Voice, By chance
Il nuovo brano, By chance, è parte di un progetto in evoluzione, una sorta di cantiere aperto nel centro creativo di His Electro Blue Voice: in pratica, un disco/mixtape in cui la scaletta è in divenire e le stesse canzoni possono cambiare posizione in sequenza o, addirittura, sparire da un momento all’altro. Se queste sono le premesse, allora meglio fare in fretta perché questo By chance è un gioiellino twee/dream/lo fi pop, una sorprendente exit way dal putiferio noise che di solito questo progetto ama scatenare.
Secrets Of The Third Planet, Miracle minor
Devo dire la verità: inizialmente questo ep dei Secrets Of The Third Planet mi sembrava una gran bella confezione per un classico regalo dreamy – ok, ma andiamo oltre. E invece la scelta di cantare un paio di pezzi nella loro lingua, il russo, regala un gusto insolito e familiare al tempo stesso. Non capire nulla di ciò che cantano, ma sapere esattamente che cosa ti stanno comunicando. Ci sono loro, ci siamo noi.
Oslo Tapes, Staring at the sun before goin’ blind
Nell’iniziale Gravity gli elementi sono quasi magici: ci sono i sibili al ralenti dei Sigur Rós, ci sono le chitarre fiabesche – di quelle fiabe che scivolano nell’incubo – dei Cure, ci sono certe estensioni armoniche che fanno pensare ai Mercury Rev. È un dream pop al cubo, insomma, quello che introduce il nuovo album del collettivo Oslo Tapes. Un lavoro che progressivamente si sposta verso uno psych-kraut-experimental-something, per meglio dire una psichedelia cosmica per chi ama Spacemen 3 o Brian Jonestown Massacre (altezza My Bloody Underground), ovvero a ogni nota un universo o giù di lì.
