Uno dei miei sogni irrealizzati – ma spero non irrealizzabili – è scrivere una canzone di Natale, di quelle liberamente gioiose, che ti fanno curvare all’insù le geometrie della tua bocca e che ti costringono di fatto a mettere in un cassetto i pensieri neri/storti/profondi, ai quali si rischia sempre di affezionarsi perché è cara l’inquietudine alle persone introverse. Chissà, magari l’anno che verrà.
Misha Chylkova, Last night a stranger carried my tree
Milano a Natale diventa una sorta di bolla sospesa, come un Ferragosto sottosopra in cui la gente va via senza rimpianti per festeggiare degnamente altrove. La copertina del singolo della cantautrice ceca – ma residente nel capoluogo lombardo – Misha Chylkova, con il Naviglio Grande che sembra dissolvere i propri contorni in una nebbia più dolce che cupa, fotografa perfettamente il dream pop malinconicamente natalizio di Last night a stranger carried my tree: un racconto emozionale che si incastra bene nell’atmosfera ambivalente del periodo. «I won’t have Christmas of blue this year. It will be red and green and white». E che bella, delicata, struggente e austera la cover di Just like Christmas dei Low. Sospironi.
Can D, On my own
I milanesi Can D sono una caramella dal sapore antico ma familiare: al minuto 0.02 sei già a casa, dalle parti del Bang Bang Bar, zona Twin Peaks, ovvero il nostro mondo ideale, misterioso e amichevole al tempo stesso. Una ballata per storie di sguardi persi, pensieri in fiamme, gente alla deriva. Dream pop liquido, un tasso di riverbero vicino al 100%, un’emotività che sfonda quota 160%. Tutto giusto, insomma.
Wishy, Paradise
La canzone che dà il titolo all’ep è un indie pop zuccherino dosato al punto giusto che ricorda certe armonie dei fuoriclasse Pia Fraus, che basta mezzo ascolto per saperle già a memoria. Gli statunitensi Wishy sono la sorpresa di fine anno, il gruppo di cui si sta forse parlando di più in queste settimane. Sinceramente li trovo più interessanti quando mettono il turbo e si lasciano andare all’euforia shoegaze di Donut o alle chitarre robuste di Too true. Sono comunque da tenere d’occhio.
