Quattro persone, tre canzoni, due concerti, un ep: la dissoluzione e la rinascita degli Ozean

Quattro persone, tre canzoni, due concerti, un ep: la storia della band statunitense degli Ozean si può riassumere così. E con un annuncio diffuso fuori da un concerto dei Lush e dei Ride nel 1991: «Band seeking guitarist and singer. Influences include Slowdive, Cocteau Twins, Xmal Deutschland, The Byrds, Lush, Pale Saints». La cantante Lisa Baer, i chitarristi Mike Prosenko ed Eric Shea e il batterista e bassista Mark Baldwin, scomparso appena trentenne nel 1997, registrano nel 1992 tre brani in pieno stile Just for a day che finiranno in un demo in cassetta in edizione limitata. Insieme suoneranno due live e poi basta, gli Ozean finiscono così, in una dissoluzione in slow motion che ricorda un po’ la risacca dream pop a conclusione della loro Porcelain. Per decenni questi pezzi sono rimasti nascosti al mondo, finché non sono stati pubblicati prima su YouTube e poi, nel 2017, su Bandcamp. Adesso gli Ozean hanno firmato per Numero Group che ha appena pubblicato la versione rimasterizzata di Fall, un altro dei tre brani degli anni Novanta. È anche possibile acquistare le magliette della band e non è da escludere che oltre a quelle già note, nuove canzoni – nel senso di inedite – possano arrivare nei prossimi mesi. Quello che abbiamo è un piccolo culto che è cresciuto nel corso dei decenni in un modo inaspettato nei meandri di Reddit e di Facebook: bisogna dire che senza tutta la passione di tantissime persone che nel corso dei decenni hanno tenuto acceso un fuoco che pareva destinato a spegnersi, band come gli Ozean non avrebbero mai potuto immaginare di tornare in pista trent’anni dopo il loro unico demo. Se ci pensi, è la cosa più bella che possa capitare a chiunque abbia mai tenuto in mano uno strumento almeno una volta nella vita. In un periodo in cui bisogna bruciare le tappe per non bruciarsi la carriera, lo shoegaze ci dice che la musica può essere ancora vissuta a passo lento: la magia prima o poi arriva.