La musica dei Six Impossible Things è fatta di canzoni dream pop vaste, malinconiche e fragili, in cui certe inquietudini trovano uno spazio differente, filtrato da riverberi densi e arpeggi sfocati. Come dimostrano i due brani che hanno pubblicato quest’anno, Eight and a half e Nevermore, nelle quali il suono della band – prima duo, ora quartetto vero e proprio – sembra un precipizio emotivo: crea vertigini, senza l’obbligo di una via di fuga. I Six saranno sul palco di ShoeGaza Vol. 2, il festival shoegaze in supporto a Gaza in programma sabato 20 dicembre 2025 all’Arci Bellezza di Milano: i proventi, al netto delle spese vive, saranno devoluti a Medici Senza Frontiere, da anni attiva sul territorio. Gli ultimi biglietti disponibili possono essere ancora acquistati su Dice.
«Questi due singoli – dice Lorenzo Di Girolamo, chitarrista e cantante – sono il culmine di un percorso artistico iniziato con i precedenti ep. Il prossimo passo sarà un disco vero e proprio: le canzoni ci sono già in versione demo nel nostro computer». La nuova formazione ha contribuito al suono attuale: «La fase di songwriting è sempre gestita da me e Nicky Fodritto (voce e tastiera), ma il processo di lavorazione in saletta è cambiato: lavoriamo in quattro sugli arrangiamenti finché la struttura non ci convince», prosegue Lorenzo. I testi hanno un’empatia palese e partecipe: «Siamo due persone molto sensibili – dice Nicky – e probabilmente questo aspetto esce tanto in ciò che scriviamo. Cerchiamo di essere il più sinceri possibili».
Dal vivo, i Six Impossible Things tendono ad aggiungere ancora più spessore e vigore alle loro canzoni. «Facciamo shoegaze, è evidente – dice Lorenzo – ma ciò che ci differenzia da altre band è che abbiamo un approccio più punk. Il batterista Emanuele Corbellini ha sempre suonato punk rock. Io e il bassista Enrico Tosti veniamo dal post hardcore. Poi in realtà c’è Nicky che ha cantato country quando ancora il country non era di moda (risate). Insomma, quando hai passato l’adolescenza a suonare una certa cosa, è difficile togliersela di dosso». Quella del 20 dicembre è la loro seconda partecipazione a ShoeGaza: lo scorso settembre erano al Bellezza da spettatori e Nicky ha scattato delle foto bellissime. «È importante prendere posizione – spiega Nicky – soprattutto quando ci si trova davanti ad atrocità simili. Ora c’è un silenzio tombale su Gaza, specialmente sui social, ma noi che abbiamo il privilegio di vivere una vita tranquilla, dobbiamo ricordarci tutti i giorni di che cosa sta ancora accadendo. E se riusciamo a farlo in una sala piena di amici e di musica, dando anche un contributo concreto, è qualcosa che ci fa sentire delle persone meno piccole di fronte a fatti tanto grandi».
