La scena shoegaze italiana si riunirà sabato 27 settembre 2025 all’Arci Bellezza di Milano – il posto del cuore per tutte le band irregolari che ci piacciono tanto – per un appuntamento importante: ShoeGaza, una serata shoegaze e dream pop per prendere posizione contro il genocidio in corso a Gaza. I biglietti sono disponibili su Dice – fai presto perché le prevendite stanno andando più forte del previsto – e i proventi, tolte le spese vive, andranno a Medici Senza Frontiere, che da anni opera in prima linea per fornire assistenza medica nei territori più colpiti dalla guerra. Sono quattro le band che hanno accettato di partecipare in maniera amichevole a questa iniziativa benefica. Tra queste ci sono gli Edless, che qualche mese fa hanno pubblicato un nuovo singolo, First try, totalmente diverso da ciò che si sente oggi. Nella frenesia dei brani-lampo da centoventi secondi, ecco una canzone di oltre cinque minuti che si prende i suoi tempi e asseconda il suo respiro ampio, un’alternanza di psichedelia, shoegaze e dream pop in cui non c’è una sola nota fuori posto. Una produzione curatissima che dal vivo diventa prima meraviglia, poi catarsi.
«Questo pezzo è un tentativo – racconta il chitarrista Giorgio Pasculli – di avvicinarci a sonorità un po’ più dure e rumorose rispetto al nostro lavoro precedente. Abbiamo voluto dare più spazio alle chitarre, agli effetti, alle distorsioni, puntando a un suono più americano. È il primo vero passo che facciamo nello shoegaze, anche se non lo è totalmente». È un indizio di come gli Edless suonano dal vivo. «Live siamo sempre stati rumorosi e ci chiedevamo per quale motivo non riuscissimo a mettere tutta quella distorsione anche su disco». Meglio portarsi i tappi per le orecchie, insomma.
«Partecipare a ShoeGaza per noi è importante perché oggi ci sentiamo tutti impotenti rispetto a questi grandi temi. Per quanto ci riguarda, siamo una realtà che non sposta opinioni, ma ci sembrava un’occasione per noi che siamo persone normali di poter fare la nostra parte, anche se piccola, in un periodo in cui ci sono persone che soffrono, che hanno fame, che muoiono». Giorgio esprime un sentimento comune, il sentirsi senza scampo di fronte a un disastro che avviene sotto i nostri occhi. «ShoeGaza è il minimo che possiamo fare. Siamo solo delle gocce. Ma se iniziamo tutti a gocciolare, a poco a poco magari si riuscirà a fare qualcosa. Insieme». Un invito a stringersi insieme al Bellezza, per non dimenticare Gaza.
