Ma sei bianca! Già dalle medie furono alcune mie compagne a farmi notare il mio essere fantasmatica. La mia carnagione era troppo strana per loro, non sapevo parlare bene il dialetto e non conoscevo i dolori mestruali perché sono stata l’ultima in classe ad aver avuto il ciclo. Mi chiamavamo “sonnambula” perché non le capivo proprio, non riuscivo a essere come loro e neppure lo sognavo. Ho sempre sognato altro. Ebbi però una certa rivincita pochi anni dopo, quando un ragazzo durante un festa mi salutò dicendomi: «Sei eterea!». E specificò: «È un bel complimento».
Eppure in estate riesco un po’ a dorarmi, perché ho sempre amato il contatto con la natura. Un’estate decisi di diventare anche primitiva. Insieme ai miei fratelli e amici passavamo i pomeriggi con una nuova identità: gli Uga Uga, piccolo popolo di ragazzini che costruiva capanne con rami di palma, canne degli orti, materiali raccattati in giro. Gli adulti però non erano per niente felici di questo gioco, temevano per l’immagine del condominio. Che peccato perché sul nascere fummo costretti a levare le tende.
Che farai questa estate? La risposta è: quello che faceva Salinger, «leggerò i miei libri, berrò caffè, ascolterò la musica e chiuderò la porta». C’è ancora chi nota, chi indica, chi si vuole imporre, chi toglie, chi nega. Vorrei che tutti diventassimo primitivi, amanti di ciò che è primario, lontani da vincoli e confini, mentali e non. Lo faremo quest’estate con la musica di Shoegaze Blog che non ha mai badato alle convenzioni.
Nel frastuono dell’anima ricerchiamo la pace del nostro Io, nel frastuono urbano ricerchiamo la pace nei parchi, nel frastuono musicale ricerchiamo la pace nella melodia, nel frastuono dei disordini mondiali ricercheremo sempre la pace. È questo il senso comune dello shoegaze. Non basterà la musica, ma è una momentanea illusione alla quale attenersi, con il kafkiano pensiero: «Non mi sento particolarmente orgoglioso di me stesso. Ma quando cammino da solo nei boschi o giaccio nei prati tutto va bene».
Subsonic Eye, Singapore dreaming
Il quintetto singaporiano Subsonic Eye ha sempre avuto confronto, conforto e contrasto con la natura che bisogna adorare. Dal vivace jangle pop dai toni spensierati come gli Alvvays, alla greve e piacevole disarmonia tesa, flessibile e imprevista dello shoegaze nel suo cauto lato dream. La cantante Nur Wahidah con tono Ninenties di fronte alla natura ha dichiarato di sentirsi “una studentessa nell’aula più bella che sia mai esistita”. Il nuovo album Singapore dreaming non è musica, ma una dedica letteraria all’introversione, alla dissociazione dagli ambienti che non apprezziamo e diventa, con tutte le sue note, un rifugio spensierato.
Slowwves, Perfect evasion
I thailandesi Slowwves con Perfect evasion ci propongono un album dedicato al desiderio di evasione. Per loro, è un’evasione dall’affollata metropoli di Bangkok magari. Per noi l’album potrebbe diventare un mezzo per allontanarsi da circostanze scomode grazie a tutte le note delle chitarre pumpkiniane che sembrano così sfuggenti nel riverbero da essere quasi impercettibili, intangibili, sfocate nell’immaginario senso del benessere sonoro. Già dal singolo SWS, che resta proprio in testa come un ricordo estivo, la voce di Jill è serissima con la sua pura malinconia.
Bridge Dog, Auto fiction
Auto fiction è l’album di debutto dei Bridge Dog da Sydney. Sullo stesso brio e immediatezza dei Lush e con vivace intento di espressione scanzonata, perfetta per questa estate di fuochi. La cascata di melodie e liriche con voce maschile e femminile in stile Duemila. La loro anima pallida e spettrale racconta memorie di amicizie nate o mancate. Si sporcano bene in sottofondi di Big Muff con armonioso gioco e una dose essenziale di noise pop. È un album registrato in uno scantinato, ma non pare per il perfetto equilibrio finale. Questo gruppo punta ad avere sempre più spazio e personalità nel genere, ma è anche pronto a fluttuare bene altrove.
