Shoegaze 2025: la playlist col meglio dell’anno si aggiorna

Maquillage (foto Nicky Fodritto)

Si aggiorna la playlist Spotify Shoegaze 2025 (qui per Apple Music). Un sacco di novità interessanti: Maquillage (copertina), Momma, Scoreboard, Catica, Radio Pyonyang, Color Palette, Emilya Ndme, Concourse, Glazyhaze, 9Million, The Midnight Greetings, Aiming, Marina Yozora, She’s Green, Darko’s Aufhebung, Pia Fraus, Niights, Honesty & Softlizard, Fawns Of Love, Silk, Dead Rituals, Tincture, Badvril, Graveyard Club, Dive To Garden, The Foxgloves. Fidati che sono tutti da ascoltare e apprezzare. Garantisce Shoegaze Blog. Ascolta, emozionati, salva, condividi.

  1. Maquillage, Are you safe? Non sentirsi mai in salvo; voci magnetiche; strumenti che implodono ed esplodono.
  2. Momma, I want you (fever). Lasciala e mettiti con me; siamo al centro dei discorsi di tutti; se le relazioni fossero un brano indie rock.
  3. Scoreboard, Ropey rampage. Il dream pop che aspettavi; suoni in crescendo; struggimento.
  4. Cigarettes For Breakfast, Glue. Stop & go; un sussurro rumoroso; se alzi troppo salta il tetto di casa tua.
  5. Catica, Cigarette pudding. Grunge-gaze; riff sbriciolati nel riverbero; si canta a voce bassa.
  6. Radio Pyongyang, Ortope. Volo di sola andata per Pyongyang; mistero su chi c’è dietro; probabilmente lo ascolteremo ancora nel 2080 quando lo shoegaze sarà studiato come fenomeno mistico.
  7. Mogwai, Fanzine made of flash. Ancora anni Novanta; il singolone che non manca mai; non vedo l’ora di ascoltarlo dal vivo.
  8. Tvfuzz, Generic coffee. Trova un’accoppiata migliore di quella composta da Jaguar + vibrato; shoegaze come dio comanda; il fuzz il nostro unico credo.
  9. Color Palette, Grateful. Post punk efficace; pogare in un club goth pieno di gente ben pettinata; tu unica stella lì dentro.
  10. Emilya Ndme, Swan. Una parte di me è rimasta in quella stanza; dream pop raffinato; vocalità eterea.
  11. Concourse, Sins. Tecnicamente 2024 ma era il 28 dicembre quindi per noi è ok nella playlist; quella nota di basso nel ritornello è deliziosa; gaze croccante.
  12. Glazyhaze, Nirvana. Non sbagliano un singolo che sia uno; titolo ammiccante; dream pop di alta qualità.
  13. Copperplate, Outnumbered. Chitarre super dreamy; ritmi da corsa notturna mentre la città dorme; davvero i nostri giorni sono contati?
  14. Park Praga, Impatience. Cigarettes After Sex + Belong; grande pressione sonora; qualcuno ha detto shoegaze?
  15. 9million, When the kissing had to stop. Certi amori non finiscono; punk per gente romantica; chitarre gaze che aumentano di spessore.
  16. Cosmetic, Rosa & antrace. Chitarroni e chitarrine; cantautorato shoegaze; il basso detta legge.
  17. Edless, First try. Cinque minuti di grande dream pop; gli algoritmi lo odieranno; ma noi lo ameremo ancora di più.
  18. The Midnight Greetings, Fishnet. Shoegaze a bassissima fedeltà; ma ad altissima emotività; pieni e vuoti si alternano.
  19. Meatware, Even. Epicità & malinconia; gli Interpol apprezzerebbero; riverberoni come piace a noi.
  20. All You Can Hate, I don’t care. «Se fossimo famosi, i nostri fan si chiamerebbero haters»; il post punk non morirà mai; variazioni emo nel dna.
  21. Ampule, Earth all along. Si poga come se non ci fosse un domani; il grunge è il nuovo shoegaze; tappi per le orecchie.
  22. Aiming, Docile. Nebbia e post punk; un suono come un ricordo smontato dalle emozioni; cadere sempre negli stessi errori.
  23. Marina Yozora, Daffodils. Biografia cosmopolita; ritmi elettronici dal tocco artigianale; chiudi gli occhi e segui il flusso.
  24. Chiaroscuro, Piombo. La nuova ondata italogaze; Space Echo e distorsioni; la grammatica sonora della gen z.
  25. Andy Bell, Dot Allison & Michael Rother, I’m in love… Dream pop e psichedelia liquida; crescendo ipnotico; maestro.
  26. Blankenberge, Together. Chitarre come carta vetrata sul cuore; voci sospese nel riverbero; qualcuno sa che pedali usano?
  27. She’s Green, Graze. Lo start è dalle parti del dream pop dei primi Slowdive; poi cambia radicalmente; effetto sorpresa.
  28. Darko’s Aufhebung, Euler fucked my life. Un cortocircuito tra Radio Dept. e Julie; giovani che fanno un meraviglioso casino; avessi ancora vent’anni.
  29. Pia Fraus, Across the street. Le stagioni cambiano ma i Pia Fraus restano; un pezzo teso ed elettrico; riff di chitarra affilati.
  30. Niights, Statelines. Nostalgia e modernità nello stesso pezzo; arrangiamento dinamico; la definizione esatta di noise pop.
  31. Honesty & Softlizard, Measure me. Ipnosi post punk; una batteria che pesta senza sosta; la tristezza non ci lascia mai.
  32. Fawns Of Love, Silly boy (2024 version). David Lynch avrebbe apprezzato; gli anni Ottanta riprogettati negli anni Venti; dream pop empatico.
  33. Silk, Faze. Una soglia sonora a metà tra veglia e sonno; voci due piani sotto il mix; chitarre come dio comanda.
  34. Dead Rituals (feat. Francis Moon), I could have been your nowhere. Modi diversi di dire addio; indie rock cantabile; scenografia shoegaze.
  35. Tincture, Bruja. Reverse reverb; se il fuzz fosse una religione questo pezzo sarebbe il sermone della domenica; un’assordante malinconia.
  36. Badvril, Away. Gli anni Novanta non passano mai di moda; melodia nostalgica; suono poderoso.
  37. Graveyard Club, Ur baby. Un singolo perfetto per le serate belle dell’indie pop degli anni Zero; nichilismo orecchiabile; solitudini in mezzo alla folla.
  38. Dive To Garden, We. Dream pop + post rock; Coldplay + Sigur Rós; delicatezze + esplosioni.
  39. The Foxgloves, Her silent ways. Folk sotto forma di dream pop; come un pomeriggio piovoso di novembre; o una notte piena di rimpianti.