Lunedì shoegaze. A meno di un feedback di distanza

Gramcavë

Ogni lunedì il vostro amichevole Shoegaze Blog di quartiere vi propone alcune delle migliori proposte in ambito shoegaze e dream pop. Questa settimana devo dire che le segnalazioni mi sembrano particolarmente interessanti: tre progetti molto diversi fra loro, ma di grande qualità. Premi play e dimmi che cosa ne pensi.

Gramcavë, Skyscrapers

L’indie pop da cameretta dell’artista statunitense ha un fascino morbido e discreto, con cambi di ritmo ben dosati che rispondo a uno schema abbastanza curioso. Skyscrapers, infatti, divaga, cincischia, esplode, sparisce. Colpisce soprattutto la voce, che alterna i sofferti mormorii, che sono ormai uno standard di un certo dream pop, e poi si lascia andare a una vocalità piena, coraggiosa ed espressiva.

Audiobaton, Something

Questo non è un brano, è una lezione di shoegaze riassunta in quattro minuti. C’è davvero tutto: le chitarrone oscillanti e sfalsate, la cantabilità timida che accoglie le emozioni di chiunque, le ripartenze che esaltano un suono che è dinamismo in purezza. D’accordo, i My Bloody Valentine sono proprio lì, a meno di un feedback di distanza. Ma quando un brano è scritto e suonato bene le influenze non sono zavorre, ma razzi che spingono la band oltre i propri limiti.

The Virginia Planes, Kiss in the morning

A proposito di influenze, i tedeschi Virginia Planes partono con un arrangiamento che richiama i Diiv di un tempo, quelli con i riff leggerini e gli arrangiamenti a gran velocità, in cui la differenza tra pogo e ballo è davvero sottile. Eppure anche in questo caso la potenza delle armonie e la compiutezza delle linee vocali, così espanse, rarefatte e orecchiabili, rendono il brano degno di essere goduto ad alti volumi, specialmente quando verso metà deflagra in un colpo di scena rock vincente.