Lunedì shoegaze. L’autunno è creazione

Trauma Ray

Qualche sera fa ho incontrato una mia ex compagna di liceo. Dopo il solito riassunto superficiale a 2x sulle nostre attualità, mi ricorda un episodio: «Agnese, io ricordo all’inizio del quinto anno quando il nuovo prof di Letteratura ci fece scrivere quel tema sul cambiamento, dato che avevamo appena cambiato insegnante. Tu scrivesti del ricordo di quando sostituirono i sanitari nel tuo bagno e della tua disperazione per quel cambiamento, del tuo attaccamento alle cose più inutili, come il citofono del condominio e altre robe…». Sì, quel bidet aveva un suono che non avrei mai più potuto udire da nessuna parte, era un circle di bolle pulsanti. Quel tasto del citofono invece era bellissimo, tondo e in alluminio non era solo un tasto, ma era mio amico. Lo pigiavo quando ero stanca dei giochi in giardino o cercando rifugio da un temporale, anche con le dita sporche di latte di fico e gelato alla nocciola lui non si sporcava mai e funzionava sempre. 

Che volete? Passi cinque anni della tua vita nella stessa aula con qualcuno ed uno dei ricordi che le restano impressi sono le tue dichiarazioni di follia scritte. Io invece  ripenso agli occhi curiosi del prof che cercava tra i banchi quella studentessa svitata che lo aveva paragonato ad un bidet usato. La scuola è il nostro primo ricordo d’autunno, traumatico a volte. Gli album che escono in autunno non si dimenticano mai, sono certi temi, colonne sonore e restano nella memoria. Per questo Shoegaze Blog, dedito ad un genere di autunno perenne, vi segnala gli album di inizio stagione così che io possa trovare confronto e conforto sulla mia atavica malinconia perché in fondo nulla termina, tutto cambia.

Cosmopaark, Backyard

I Cosmopaark vogliono fare la differenza e dopo “il miglior album francese 2023” si lanciano verso una nuova esperienza con l’EP Backyard, in uscita il 18 ottobre 2024 per la Howlin’ Banana Records. Nel meritato studio professionale francese, lo Shorebreak Studio, utilizzando i sintetizzatori del direttore artistico Pierre Loustaunau e il missaggio di Johannes Buff, quest’ultimo anche produttore di alcuni Sonic Youth, il trio francese in cinque tracce ci comunica che l’autunno è creativo ed è tempo di un nuovo flusso fatto di impegno/impatto sonoro, una lettura moderna dall’autentico shoegaze, che ad oggi risulta sempre più difficile riproporre. Con un velo di magia elettronica e voglia di genio, le tracce nascondono un sottobosco di suoni tratti da pedali e drum ben settati, trame e sottotrame da percepire con stupore per questo proiettatissimo trio diretto verso il futuro dalle ottime speranze per il genere.

New Ghost, A dagger in every tide

Cosa possiamo fare per colmare una perdita? Suonare, comporre, chiudere in un importante scrigno sonoro tutto il nostro sentire e riempire quei vuoti con una carica di booster nelle distorsioni, con gain dosato come se non ci fosse un domani. A dagger in every tide, è un’urna di note che vengono sparse nelle nostre anime dai New Ghost. Per la loro capacità di non tirarsi indietro di fronte alle tempeste della vita, difendendosi bene con questo heavy art shoegaze britannico, con voci narranti alternate, inserti lo-fi di rumori, noi di Shoegaze Blog premiamo la grande forza di questa band anche per l’artwork delle copertine in graphic novel che si integrano con la loro giovane essenza. Uno straconsiglio per gli ascoltatori del genere: farà buio prima, tenete le candele accese e ascoltate i New Ghost, l’autunno lascerà un piacevolissimo dolore

Trauma Ray, Bishop

Il territorio texano riesce a far emergere dalle terre desertiche, come germogli autunnali dopo i temporali tempestosi, band del nuovo panorama shoegaze come i Trauma Ray, la cui musica nasce come una tempesta che disseta la terra e la rende fertile. Dopo diversi EP siamo in attesa del loro album animale Chameleon in uscita il 25 ottobre. Oggi ascoltiamo il singolo Bishop che con i suoi fuzz rompe la linea della vita e apre al tema della morte, attenzione però la morte qui nel buio deserto texano è solo rito di rinascita. I suoni cattivissimi, i riff duri e brutali quasi sconfitti ma battaglieri ci ricordano Deftones, Nothing e la natura mutaforme dello shoegaze attuale e della fine che non è mai fine ma iniziazione, come il nostro autunno. Del nuovo album che ascolterete ad ottobre Avila afferma che «un camaleonte, come la morte, può cambiare forma dentro e fuori dalle nostre vite in forme diverse»