Un mercoledì shoegaze

Hāziale

Il mio gatto si chiama Mogwai, ma in realtà ha ormai una sua sfilza di nomignoli che non è facile riassumere: Mog, Moggy, Mogghino, Supremo Re, Dottor Re, Re dei Re, Banano, Francobboschi. L’unica cosa certa è che lui, il padrone assoluto della casa, non si girerà mai: qualunque nome io pronunci si schianta sul pavimento, a due passi dal suo tappetino, mentre con fare indifferente tiene il suo pelo morbido e ben pulito. Ma proprio per questo è irresistibile.

Poppy Wizard, Bedridden

I tedeschi Poppy Wizard con il loro terzo singolo confermano in pieno il loro approccio musicale, riassumibile grossomodo in una formula che mescola pop punk, emo, zoomergaze e rock alternativo. Musica dalla grana grossa e dalla pressione acustica sempre alta, nonostante l’uso abbondante del riverbero contribuisca a diluire un po’ certi estremismi sonori. Forse sono un po’ troppo omogenei nella proposta artistica, ma al momento è ok così.

Hāziale, Unknown face

Con una vocalità che ricorda vagamente Pedro The Lion e un approccio do it yourself in stile Stove, il francese Hāziale è la scelta giusta per te che ami la musica intima, quella da condividere solo con le persone davvero importanti. Più che shoegaze lo definirei un indie rock con sparuti accenni dream, comunque con una sensibilità che è assolutamente nostra. «He’s just trying to shine. Play the cool kid, be the wild thing, please stop laughing about him». Quell’him, in fondo, è rivolto a noi.

FHMY, Chery! Oh Chery!

Si autodefinisce il primo artista shoegaze egiziano e non so se sia vero oppure no, di sicuro la persona dietro a questo progetto sa il fatto suo. Con questo brano siamo dalle parti del Midwest Emo, versante American Football (non a caso, un singolo precedente s’intitola Egyptian football), includendo però anche i fraseggi alla chitarra dei Karate jazzisti e qualche svisata di riverbero vagamente shoegaze. È una traccia complessa e cerebrale, con giochi ritmi ispirati agli haiku giapponesi (in pratica, l’armonia principale è composta, spiega FHMY, seguendo battute dispari sul 5 e sul 3: ho provato a tenere il conto ma alla fine il cervello è andato in crash iniziando a mandarmi segnali reggaeton di rappresaglia e quindi tocca fidarsi). Soprattutto, è un bel pezzo.