Mercoledì shoegaze e dream pop. Al dottor Frankenstein dell’AI preferiamo le storie sincere

Quando l’autunno batte sui vetri e i morti si presentano con un nuovo singolo dei Beatles riesumato dal dottor Frankenstein della AI, quando la routine ci distrae dalle guerre, anche quelle emotive, quando il buio si prende un’ora in più, ecco che arrivano altri album-provviste in vista dell’inverno. Shoegaze blog non si arrende e continua ad amare le diversità, schierandosi con i cosiddetti fantasmi della musica. Ho un debole per i gruppi very indie costruiti su mattoni di terracotta britannica, la mia lode assoluta va alla Sarah Records, Creation Records e Cherry Red Records. Lo penso perché sarà questa giornata ventosa con il cielo color tortora in fuga che ti confonde l’ora, i palazzi bassi delle vie minori, un profumo appena spruzzato al polso con note di cera e mughetto. Sarà forse perché l’autunno con il sole stona e le voci prese dal passato e incollate nel futuro mi fanno sentire eternamente giovane ma con una storia dietro infinita e sincera da raccontare.

The Suncharms, Things lost

Chi ha la passione per i cieli britannici non può non amare lo storico gruppo UK gaze-brit-twee pop The Suncharms che con l’etichetta americana Sunday Records pubblica il nuovo lavoro Things lost. Ho espresso una combo di generi perché dai gusti eterogenei dei membri è nato un sound intangibile come lo è l’attitudine britannica. Con 30 anni di amore per la musica i Suncharms suonano con entusiasmo gioviale ed energica proiezione della corrente Ride, Catherine Wheel, Galaxie 500, Chapterhouse o Blind Mr. Jones, che magari non metterà al centro soltanto paurose aggressioni sonore distorte, ma offre spazio anche all’area emotiva dello shoegaze, al dream jangly fatto di sentito amore per la musica in purezza, macchiata di niente. La voce dolcissima di Marcus in armonia su una ritmica compagna di passeggio è il vero marchio di fabbrica. A quegli amici che sorseggiano l’earl grey di fronte al sogno inglese consiglio di acquistare questo bellissimo LP in versione verde scuro che, come muschio umido e vivace, rispecchia la natura sempreverde di questa mitica band inglese.

Daydream Twins, Bombinate

Ma quanto sono bravi, pazzeschi e prepotenti in questo nuovo lavoro ben formato i Daydream Twins? Dal polveroso Texas ci vogliono ricordare quanto vale essere dei duri shoegazer al giorno d’oggi, con tutta la forza che abbiamo da dimostrare, lo fanno bene e con immensa passione per quello in cui crediamo, con l’EP Bombinate, distorsioni ronzanti fittissime, aperture con groove intenso e dispersione vocale squarciata, emotiva: un notevole lavoro della cantante chitarrista Jordan Terry, che sa come creare con le sue melodie un rito magico nel buio prematuro e notturno dei loro suoni.

Misty Coast, Nevereverending

Per gli ascoltatori che dormono in piedi, gli eterni sonnambuli, quelli che vivono tra le nuvole i Misty Coast hanno pescato dai laghi norvegesi un album puramente dream pop che si intitola Nevereverending. È nato sull’isola Utsira, in un posto isolatissimo dove sognare non luoghi ma epoche e viaggi temporali come se fossimo alla fine degli anni ’60. I Misty Coast creano piccole illusioni beat che si confondono ed esaltano nei fuzz, tremolo, chorus e distorsioni dosate, uno stile compositivo ispirato a Brian Eno e forse anche all’alchimia magica dei Beatles, nella loro fase sognante. Un album pensato con la necessità di un dolce pop riverberato e senza tempo in terre estreme.