Bleach Lab, “Lost in a rush of emptiness”. La vita migliora

Nella vita capita di incontrare una persona e rimanerne istantaneamente attratti, per l’aspetto fisico, il modo di parlare o per altri fattori irrazionali. A partire da questo, nella mente si creano aspettative e scenari futuri fantasmagorici. Con la musica dei Bleach Lab, e più nello specifico con Old Ways, brano d’apertura del loro primo EP, è accaduto sostanzialmente lo stesso. Un brano la cui amarezza e carenza di speranza lasciava esterrefatti. Tra un singolo e l’altro, cambi di produttori ed etichette, i Bleach Lab sono giunti una decina di giorni fa al rilascio dell’album d’esordio, e quella tristezza disarmante è stata abbondantemente (ma non totalmente) superata: la musica del gruppo londinese si è attestata su un dreampop esplicitamente ispirato dai Cure più “allegri”, quelli di Inbetween Days, tanto per intenderci. Anche nei momenti più cupi e rabbiosi (Smile For Me, brano di punta di Lost in a Rush of Emptiness) i Bleach Lab riescono a tenere la barra dritta e a diluire la disillusione in ragguardevoli dosi di speranza e voglia di reagire: quel “Keep your hands to yourself, I know it must be hard to think we don’t owe you anything“, ripetuto come un mantra, ne è una testimonianza esemplare. I Bleach Lab sono un gruppo giovane e trasparente, desideroso di sperimentare e rinnovarsi ma già con un marchio di fabbrica etereo e sognante ben riconoscibile, i cui testi dichiaratamente personali scritti dalla voce della band Jenna Kyle e dal bassista Josh Longman suscitano un senso di empatia e vicinanza del quale abbiamo dannatamente bisogno in questi giorni.